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Conoscenza e tecnologie:
un investimento
per il futuro delle nostre aziende
I risultati raggiunti sul fronte
delle politiche di liberalizzazione,
fiscali, del lavoro, delle infrastrutture e per
l’internazionalizzazione
hanno portato nel nostro Paese evidenti benefici economici.
Questa tendenza evolutiva positiva può essere accelerata
agendo sulle componenti della ricerca e dell’innovazione
tecnologica
che sono driver per il sistema economico e possono contribuire
in maniera significativa alla crescita dell’Italia.
Gli stimoli verso l’uso delle nuove tecnologie
dell’informazione
e della comunicazione, come opportunità di sviluppo e
competitività
per le nostre PMI, e la promozione della modernizzazione
del sistema produttivo hanno caratterizzato le politiche industriali
del Ministero dell’Industria negli ultimi anni e sono una
priorità ed un elemento di continuità dell’azione
di Governo.
Secondo le indicazioni programmatiche del DPEF “in un
contesto internazionale segnato dalla caduta delle barriere commerciali
e finanziarie e dall’irrompere delle nuove tecnologie
dell’informazione e della comunicazione, autorevolezza e
benessere
di un paese dipendono in modo sempre più evidente dalla
capacità di competere sul piano economico e, più in
particolare,
dall’essere in grado di sfruttare nella maniera migliore le
opportunità
offerte dai processi di innovazione oggi in atto”. In un paese
più moderno, meglio organizzato e più flessibile
competitività,
crescita ed occupazione si coniugano direttamente con i concetti
di innovazione tecnologica e di new economy.
In Italia i dati riguardanti il mercato dell’Information
Technology, che nel 2000 ha conosciuto un tasso di crescita superiore
all’11%, mostrano come il nostro Paese stia recuperando
il gap tecnologico accumulato negli anni ’90 ma, nonostante oggi
cresciamo allo stesso ritmo degli Stati Uniti, i risultati raggiunti
non sono ancora sufficienti per sostenere una concorrenza
internazionale sempre più agguerrita.
Le tecnologie informatiche e telematiche hanno contribuito
notevolmente al fenomeno della globalizzazione diventando un
fattore produttivo ed organizzativo irrinunciabile per cogliere le
opportunità di business nei nuovi mercati, dove le imprese si
confrontano
non solo con la qualità dei loro prodotti. Diventano crescenti
i livelli di efficienza e di “elasticità” delle
attività di marketing,
commerciali e logistiche evidenziando notevoli vantaggi nei
sistemi a rete.
Internet e le applicazioni di Commercio Elettronico assumono,
quindi, per l’Italia un'importanza strategica e rappresentano
uno strumento essenziale nei processi di internazionalizzazione
delle nostre realtà produttive, aprendo le frontiere
dell'interscambio
con l'estero ad un numero sempre maggiore di operatori
economici e contribuendo in modo significativo all'affermazione
del made in Italy nel mondo.
Molte imprese hanno già cominciato ad utilizzare le tecnologie
avanzate per ridefinire processi e procedure, intervenendo
sul funzionamento dell’azienda all’interno e verso gli
interlocutori
esterni, ma sono ancora molti gli imprenditori che trovano
difficoltà nell’avviare un’azione di modernizzazione
della loro
azienda. La New Economy non richiede solo nuove imprese,
quanto piuttosto “imprese nuove” che si sappiano rinnovare
cogliendo
il senso della modernizzazione indispensabile per essere
al passo con i tempi, per rimanere in modo più efficiente sul
mercato ed ampliare le occasioni produttive e commerciali. È
necessaria una più ampia e decisa partecipazione degli
imprenditori
nei vari settori dell’industria, del commercio e
dell’artigianato.
Il governo e le istituzioni si impegnano a fornire il supporto
necessario per superare gli ostacoli che rendono impegnativo
il cambiamento dei processi produttivi.
Il Ministero dell’Industria, insieme a tutte le istituzioni
pubbliche
e private interessate ai mutamenti che interverranno nella
realizzazione della Società dell’Informazione, ha il
compito di
creare le condizioni migliori affinché le PMI possano cogliere
rapidamente e pienamente le opportunità offerte dalle nuove tecnologie.
Attraverso l’Osservatorio Permanente per il Commercio
Elettronico operiamo per favorire l’introduzione delle nuove tecnologie,
diffondere la cultura dell’innovazione e migliorare la
competitività globale delle imprese.
Sebbene siano i meccanismi di mercato a guidare l’evoluzione
economica e tecnologica, è compito delle politiche favorire la
creazione di beni pubblici come la conoscenza scientifica e tecnologica,
la formazione di competenze e risorse umane qualificate,
la definizione di regole e standard tecnici.
La collaborazione avviata con le Associazioni degli imprenditori
e con le Camere di Commercio ha permesso di realizzare iniziative
volte alla promozione dell’e-business, che hanno dato notevoli
risultati in termini di sensibilizzazione e di conoscenza.
L’esperienza maturata ha evidenziato la necessità di intervenire
più in profondità e con azioni specifiche per colmare il gap culturale
esistente. Per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti
saranno, quindi, rinnovati gli sforzi compiuti per dare maggiore
efficacia al lavoro già svolto.
Il contatto diretto con il mercato ci ha permesso di trasmettere
certezza e fiducia agli imprenditori, ora è necessario mantenere
attivo questo dialogo. Le imprese vogliono sentire la presenza
delle istituzioni, avvertire le indicazioni strategiche, percepire gli
indirizzi operativi, utilizzare i supporti offerti attraverso un flusso
informativo e di comunicazione che non sia unidirezionale e che
permetta di conoscere le loro istanze, le loro difficoltà, le loro
aspettative.
I benefici del Commercio Elettronico, peraltro, non saranno
solo per le imprese ma anche per i consumatori che, attraverso
Internet e le tecnologie di rete, hanno la possibilità di effettuare
una scelta più consapevole, di adottare sistemi più sicuri e di offrire
una migliore qualità del servizio.
È con grande apprezzamento che il Ministero dell’Industria
rinnova il patrocinio per questa Guida aggiornata ed arricchita,
che potrà portare un contributo concreto in termini di conoscenza.
Uno strumento che evidenzia le utilità per le PMI derivanti
non solo dai benefici intrinseci delle tecnologie, ma anche da fattori
“esterni”, come la “cultura” d’impresa, che ne condizionano
la diffusione. Uno valido supporto utile a tutti gli utenti Internet,
uno strumento d’informazione e di lavoro.
Vogliamo insieme costruire l’Italia del secondo millennio.
Quasi quattro milioni di piccole e medie imprese rappresentano
la forza e la ricchezza dell’Italia dobbiamo salvaguardare questo
capitale valorizzandone le caratteristiche e le potenzialità.
(Enrico Letta
M I N I S T R O D E L L’ I N D U S T R I A)
Il Commercio Elettronico come politica di sviluppo
Le aziende italiane possono essere protagoniste dei fenomeni
legati all’affermarsi dell’economia digitale, basata sempre più
su fattori immateriali, con un utilizzo convinto e consapevole
delle nuove tecnologie offerte da Internet.
Il rapido sviluppo del commercio elettronico, consentito da
una diffusione planetaria di Internet sia nelle famiglie che nelle
imprese, dopo aver suscitato una grande euforia, sta oggi attraversando
una fase di assestamento che inevitabilmente porterà
ad una segmentazione del mercato, conseguente ad una domanda
sempre più mirata e specialistica.
Il commercio elettronico – pur mantenendo la sua intrinseca
natura di mercato globale – si diversificherà, avvantaggiando
quelle imprese che sapranno coniugare la flessibilità nell’organizzazione
dei fattori produttivi con la rapidità decisionale. Proprio
questi sono i tratti tipici delle piccole e medie imprese italiane,
che così troveranno in un mercato virtuale diversificato il
terreno a loro più congeniale. Se a questo si aggiunge che le Pmi
rappresentano la struttura portante dell’economia italiana, si
comprende come lo sviluppo dell’economia digitale rappresenti
una sfida ineludibile per il nostro paese.
L’impetuoso diffondersi del commercio elettronico può però
creare qualche preoccupazione nelle piccole e medie imprese
che presentano una minore apertura al cambiamento. Queste, infatti,
rischiano di vedere minacciate le loro posizioni se guardano
con diffidenza all’e-commerce o utilizzano gli strumenti della
economia
digitale soltanto per resistere passivamente alla concorrenza
delle aziende che hanno imboccato con decisione la strada
dell’innovazione tecnologica. Arroccarsi su posizioni acquisite,
peraltro, non significa mantenere invariata la situazione, ma
può
equivalere in taluni casi rischiare la stessa sopravvivenza con
l’uscita dal mercato. Una delle caratteristiche precipue
dell’economia
digitale è quindi la necessità di accettare la sfida
dell’innovazione
per non perdere una grande occasione di sviluppo.
Una sfida che vede in prima linea l’intero sistema a rete delle
Camere di commercio, in quanto l’Ente camerale, con il suo
intreccio di globale e locale, costituisce l’istituzione che
meglio
può sostenere le imprese in questa sfida. Ciascuna Camera,
infatti,
promuove lo sviluppo di imprese che, pur essendo radicate
nel proprio territorio, hanno come orizzonte il mercato globale
e, al tempo stesso, può assolvere pienamente al compito di
garante
del mercato in quanto rappresentante di tutti gli interessi.
L’azione del sistema delle Camere di commercio per favorire
la diffusione del commercio elettronico è, in linea con le
risultanze
della legge di riforma 580/93, rivolta non solo alle imprese
ma anche ai consumatori – la cui tutela rappresenta uno dei
problemi più spinosi connessi alle vendite on line – con
un’attività
che, partendo dalle prime fasi di sensibilizzazione, giunga a
fornire strumenti per lo sviluppo equilibrato del mercato.
In questo contesto si ricordano soltanto tre recenti iniziative
di una Pubblica Amministrazione innovativa come le Camere
che costituiscono un valido sostegno per le imprese negli adeguamenti
richiesti dallo sviluppo del commercio elettronico:
• il portale www.infoimprese.it, che consente all’utente di
trovare tramite Internet i dati anagrafici dei 5 milioni di
aziende iscritte al Registro delle Imprese gestito dalle Camere
di commercio e contemporaneamente mette a disposizione
di ogni azienda una vetrina promozionale gratuita. Per le
imprese questo servizio significa poter contare in una
“porta”
verso il futuro attraverso cui essere presente sul web.
• il progetto firma digitale, che consente di dare certezza
giuridica
ai documenti ed ai contratti telematici, realizzato con Infocamere
– Ente certificatore del sistema camerale italiano –, che
sta sperimentando l’utilizzo della firma in un numero
significativo
di Camere di commercio.
• l’associazione Certicommerce, nata dalla collaborazione
tra
Unioncamere, Camere di commercio, Associazioni nazionali
delle imprese e dei consumatori, CISQ per accrescere la fiducia
degli operatori nel commercio on line. Certicommerce ha adottato
un marchio di qualità per i fornitori di prodotti e servizi
on-line, che potranno apporre sul loro sito web di e-commerce,
a garanzia del cliente sia esso un consumatore o un’azienda.
Tra le azioni che le Camere di commercio stanno curando
per sviluppare un “habitat” che consenta alle imprese ed ai
consumatori
di conoscere le sfide che l’economia digitale pone, si
inserisce la Guida al commercio elettronico, giunta alla sua
terza edizione e curata dall’Indis, Organismo tecnico
dell’Unioncamere
specializzato sulla distribuzione, i servizi ed il terziario.
Questa Guida continuerà ad essere impiegata nella azioni di
sensibilizzazione ed orientamento che il Ministero dell’Industria
sta promuovendo sul territorio insieme alle Camere di commercio
ed alle Associazioni di categoria.
La Guida vuole rappresentare una bussola per orientarsi
nella piazza virtuale che si apre negli schermi dei computer –
agorà della rete popolata da almeno 150 milioni di persone e
decine di milioni di imprese – in cui la domanda e
l’offerta di
beni e servizi si possono incontrare sperimentando una nuova
relazione comunicativa e commerciale. (Carlo Sangalli
P R E S I D E N T E U N IO N C A M E R E)
Le prospettive di sviluppo del commercio
elettronico
Negli ultimi mesi abbiamo visto crescere con rapidità prima
l’interesse e, immediatamente dopo, le decisioni strategiche delle
imprese che si muovono nella galassia della nuova economia. Va
a questo proposito sottolineato un fatto: la new economy non racchiude
soltanto un nuovo settore, ma è soprattutto un modo di
organizzare diversamente la produzione, la distribuzione, il rapporto
con il mercato e con i consumatori. A testimoniarlo vi sono
le alleanze che in Italia si stanno realizzando tra produttori di beni
e servizi – anche tradizionali – e gestori di reti di accesso e distribuzione,
al fine di raggiungere le dimensioni e i contenuti per
essere presenti su mercati non solo locali. Di qui l’interesse di
tante piccole e medie imprese a cogliere la nuova logica del valore
dovuta all’intelligente utilizzo della rete, sia nei rapporti tra
aziende, sia nelle relazioni con i consumatori.
Alcune tendenze sembrano già delinearsi nei comportamenti
delle imprese, alla luce delle risultanze di indagini campionarie
effettuate. L’approccio italiano appare in questa fase di avvio
orientato verso il business to consumers, a fronte di esigue iniziative
sul versante del business to business; anche le transazioni dirette
tra persone, attraverso ad esempio le vendite all’asta, risultano
in crescita. Negli Stati Uniti e nei paesi anglosassoni la nascita
delle transazioni on line è stata invece indiscutibilmente
trainata dallo sviluppo delle transazioni tra imprese. Internet è
prevalentemente visto dalle imprese italiane più come un’opportunità
che come una minaccia: è stato inizialmente utilizzato più
come uno strumento per vendere che per comprare.
Anche nel nostro paese la velocità dello sviluppo del commercio
elettronico rispetto al tradizionale commercio fisico dipenderà
da molte variabili. Innanzitutto dalla domanda, ma anche
in modo decisivo dallo sviluppo tecnologico, in grado di influenzare in modo profondo i comportamenti dei consumatori.
Verrà condizionata, in secondo luogo, dalle politiche dell’industria,
che ha intravisto nel nuovo canale una possibilità per costruire
un rapporto diretto con i clienti, acquisendo autonomia
per tale via nei confronti degli intermediari commerciali. Risulterà’,
per di più, correlata all’efficienza e all’efficacia relativa dei
due canali, quello innovativo e quello tradizionale. Il confronto
in termini di efficienza verrà condizionato dalla possibilità del
commercio elettronico di ricorrere a modalità di distribuzione
fisica one to one a costi accettabili, mentre quello in termini di
efficacia dipenderà dall’attrattività relativa dell’esperienza d’acquisto
che sarà offerta dai due canali, nell’un caso esperienza virtuale,
nell’altro fisica.
Le aziende che intendono vendere on line sono dunque obbligate
a rivedere i processi organizzativi e rivoluzionare la logistica.
Sul fronte degli approvvigionamenti e delle consegne va
recuperata efficienza, anche attraverso processi di outsourcing,
affidandosi a corrieri o spedizionieri specializzati. Va comunque
considerato che l’approccio aziendale al commercio elettronico
può essere costruito con gradualità, in quanto per migliorare
l’attività commerciale attraverso la rete Internet si possono schematicamente
individuare – come ben evidenziato nella Guida
al Commercio Elettronico – quattro modi fondamentali, attraverso
i quali si può arrivare a comporre una soluzione concreta
di commercio elettronico:
1. migliorare l’efficacia della comunicazione aziendale verso
l’esterno, a fini di marketing o per ottenere una maggiore
reattività;
2. agire sulla qualità del servizio al cliente, migliorando la cura
e l’assistenza nella fase pre e post vendita;
3. ridefinire internamente i processi aziendali, utilizzando la
rete per integrare su un unico supporto i flussi di lavoro con
l’obiettivo di aumentare i vantaggi, soprattutto in termini di
efficienza e riduzione dei costi;
4. utilizzare la rete come vero e proprio canale di vendita, attraverso
il quale sia possibile individuare i prodotti di interesse
ed effettuare la transazione economica.
Anche se appare evidente che soltanto il quarto livello costituisce
la vera sostanza del commercio elettronico, le prime tre
modalità possono comunque determinare significativi vantaggi
per le piccole e medie imprese. Si può anzi sostenere che, in
molti casi, procedere immediatamente verso la realizzazione del
livello più ambizioso, senza aver ben sperimentato le precedenti
formule operative, rischia di determinare problemi imprevisti
per le aziende.
(Andrea Zanlari
P R E S I D E N T E I N D I S)
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