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Consigli per gli acquisti online.
In questo capitolo descriviamo alcune caratteristiche del
Commercio Elettronico e dell’esperienza dell’acquisto online,
viste dalla parte del consumatore finale.
Come acquistare on line
Per acquistare un prodotto online occorre compilare un
modulo d’ordine (form), nel quale dovranno essere inseriti i dati
personali, che verranno utilizzati sia per la fatturazione sia
per la consegna della merce. In genere, sul sito di vendita è
anche presente una informativa sulle modalità di trattamento
dei dati personali immessi (se il sito è italiano, ai sensi della L.
675/96 sulla privacy). La maggior parte dei negozi su Internet
offrono il servizio di “cybershopping carts”, che permette di inserire in un
ambiente virtuale il prodotto scelto, e di proseguire,
nell’ambito dello stesso sito, nella ricerca di altri
articoli: in questo modo, solo alla fine del “tour”, verrà
richiesto il pagamento, senza dover ogni volta completare la
procedura d’acquisto. Sempre nell’ottica di facilitare gli
acquisti, alcuni siti prevedono l’assegnazione di una
password, associata alle informazioni sulle modalità di
pagamento, in modo tale da non richiedere al cliente
l’inserimento di nuove informazioni personali, una volta che
egli si sia preventivamente registrato. Riguardo ai prezzi,
occorre tenere presente che, di solito, nelle cifre
pubblicate non sono comprese le spese di spedizione, che
potrebbero apportare variazioni anche rilevanti sul prezzo
finale della merce. Prima di acquistare si consiglia di fare
sempre particolare attenzione alle modalità di spedizione
(corriere espresso, posta ordinaria…) e ai tempi previsti
per la consegna, soprattutto se il sito non è italiano. In
questo caso, non vanno sottovalutati gli eventuali problemi
di importazione
per non incorrere in pesanti imposte doganali, occorre, infatti,
verificare che la merce acquistata possa essere consegnata
anche al di fuori dello Stato in cui è localizzato il sito.
L’ordinazione si ritiene conclusa solo quando l’acquirente
riceve la mail di conferma. Questa va conservata, perché è l’unico
documento che dimostra la sottoscrizione del contratto.
Può, quindi, tornare utile all’acquirente nel caso volesse far valere
i propri diritti di recesso e di restituzione della merce difettosa
o danneggiata, così come previsto dalla normativa illustrata
in un apposito capitolo della Guida.
Il consiglio è di stampare e conservare tutti i “documenti”
del procedimento descritto:
il modulo della spesa, riempito con i propri dati;
la pagina con i dati fiscali e i riferimenti che possono
consentire una localizzazione del sito;
i messaggi di conferma dell’ordine;
l’estratto conto della carta di credito, attestante l’avvenuto
addebito.
Tutti i punti sopra citati sono elementi decisivi, per dirimere
eventuali controversie e per accrescere quell’affidamento sul quale
poggia ogni prospettiva di sviluppo del commercio elettronico.
Oggi, l’ostacolo principale è rappresentato dalla sicurezza
nelle modalità di pagamento. Se, infatti, nel commercio tradizionale
tre sono i modi per effettuare il pagamento di merci –
contanti, assegno o carta di credito – le forme di pagamento
offerte dai negozi online sono generalmente il bonifico bancario,
il pagamento in contrassegno alla consegna della merce
oppure con carta di credito. Ed è il pagamento attraverso la
carta di credito, oltre che il più usato, anche il più delicato, in
quanto i dati trasmessi potrebbero essere intercettati prima
dell’arrivo a destinazione. Ecco perché è fondamentale l’utilizzo
da parte del negozio virtuale di un server sicuro, e di apposite
garanzie in grado di assicurare all’acquirente un accettabile
livello di sicurezza.
Le imprese in Rete rappresentano, per chi deve acquistare,
un indubbio vantaggio. Basti accennare alla possibilità di effettuare
ordini e pagamenti 24 ore su 24 da qualsiasi computer
collegato a Internet. O all’opportunità rappresentata dal confronto
delle alternative offerte, molto più efficace rispetto al mercato
fisico e senza necessità di spostamenti. L’approvvigionamento
è, in genere, assai veloce, l’offerta sempre aggiornata e
la merce viene consegnata a domicilio, scegliendo tra diversi
operatori in funzione del livello e del prezzo del servizio. Vantaggi
tutti determinati dalla compresenza delle diverse offerte in un
unico “ambiente”, con una maggiore concorrenzialità.
Esistono però alcuni problemi da considerare: i tempi talvolta
lenti e le modalità di accesso ai punti vendita virtuali o
ai centri commerciali virtuali non sempre immediatamente intuibili;
la confusione informativa (l’“information overload”, ovvero
la quantità eccessiva di informazioni); e soprattutto la
sicurezza dei pagamenti, sia sotto il profilo della scarsa protezione
dei dati comunicati che della scarsa possibilità di
identificazione certa degli operatori.
Un metodo di controllo e autenticazione diffuso è stato,
per un certo periodo di tempo, quello delle “password”: un
modo per verificare l’identità di un utente già registrato presso
un negozio virtuale, basandosi su un solo inserimento iniziale
dei dati personali e del numero di carta di credito. Un sistema
che, pur limitando la circolazione di informazioni ha in
sé, tuttavia, ragioni di vulnerabilità.
Allo stato attuale, non è ancora possibile fornire garanzie
di sicurezza assolute. Ma un adeguato livello di affidabilità è
già una realtà. Grazie anche a esperimenti consolidati, frutto di
alleanze strategiche. Nel grafico seguente è illustrato un
esempio di standard per la sicurezza delle operazioni di pagamento
on line.
Ma è il riconoscimento della piena validità e rilevanza ad
ogni effetto di legge degli atti elettronici sottoscritti con firma
digitale la novità destinata a rivoluzionare il mercato dell’ecommerce
italiano. La firma digitale si basa sulla logica della
crittografia; scopo della crittografia è ricercare una funzione
che trasformi il messaggio da trasmettere da testo in chiaro in
un testo cifrato, da cui non si possa risalire al testo originario
senza conoscere a priori l’algoritmo di trasformazione. Il processo
di trasformazione del testo in chiaro (“plain text”) in un
testo cifrato (“cipher text”) viene chiamato “criptazione”, il
processo inverso “decrittazione” o “decifrazione”. Esistono diversi
sistemi di crittografia, allo scopo di proteggere il contenuto
di un messaggio e di autenticare l’identità del mittente di
un messaggio. Nei sistemi a chiave privata o “a crittografia
simmetrica” è prevista una singola chiave, utilizzata sia per cifrare
che per decifrare. Nei sistemi a chiave pubblica, o “a
crittografia asimmetrica” si impiegano due chiavi differenti:
una privata e una pubblica.
Il mercato dell’e-commerce avrà quindi un forte impulso
dall’introduzione della firma digitale, sullo sfondo di un mercato globale sul quale gli analisti hanno già fatto le loro previsioni:
investimenti di oltre 25 miliardi, entro il Duemila, in prodotti,
servizi e consulenza. Obiettivo: ambienti digitali sicuri per lo
sviluppo del commercio elettronico.
Come effettuare la selezione dei fornitori
La scelta del sito sul quale effettuare transazioni è importantissima.
Occorre tenere presente che le aziende sono presenti
su Internet in varie modalità, che rispondono a obiettivi e
investimenti diversi:
chi è online con uno scopo “promozionale”: ha una “vetrina”
online, presenta le attività svolte e i servizi/prodotti
offerti, e rimanda alle sedi e ai recapiti tradizionali;
chi, sulla Rete, inserisce l’intero catalogo, foto e specifiche,
moduli per richieste di maggiori informazioni, e
offre la possibilità di ordini tramite e-mail;
chi desidera avere una presenza di vendita: il sito è allora
arricchito da “shopping cart” e da quelle caratteristiche
tecniche che consentono il pagamento online.
Sarà preferibile acquistare un prodotto dal sito di una marca
conosciuta? Ciò che conta è che il sito si sia costruito col tempo
una credibilità riconosciuta dagli utenti della Rete (Amazon, Cd
Now ecc...). Una caratteristica della quale godono molti “mall”
virtuali: siti “di traffico”, centri commerciali che offrono la possibilità
di visitare molti punti vendita diversi, pagando gli acquisti
in un’unica soluzione, con un dispendio di tempo limitato.
Centri di garanzia, dalla “reputazione visibile”, acquisita attraverso
una migliore capacità di comunicare, di soddisfare i
clienti, dal ritmo stesso della loro attività. Specializzati nella
vendita di pochi prodotti o caratterizzati proprio dalla varietà
dell’offerta, e con economie di scala in grado comunque di ridurre
i costi delle transazioni.
L’affidabilità di un sito, del resto, è valutabile sulla base
della presenza o meno di alcuni elementi. Innanzi tutto, l’utilizzo dei sistemi di crittografia a garanzia della sicurezza delle
transazioni. Ma anche la dichiarazione di rispettare le prescrizioni
della legge sul trattamento dei dati personali. Elementi di
affidabilità saranno anche l’esplicita garanzia di recesso dall’acquisto
secondo la normativa sulle vendite telematiche; la
disponibilità di un servizio informazioni a disposizione del
cliente (“costumer support”). A garanzia della serietà del sito,
ancora, da non è da trascurare anche l’indicazione dettagliata
di tutti i recapiti dell’impresa: (indirizzo della società, e-mail,
numeri di telefono, indicazione dei responsabili).
Si tratta di regole di affidabilità giuste da pretendere in un
mercato competitivo non ancora garantito da certezze. Un sistema
aperto, trasparente, consente a ogni impresa di sapere quali
regole valgono nelle transazioni e con chi ha a che fare. Per questo,
promuovere un mercato “corporativo” per la sicurezza, dove
le imprese operano nel rispetto di principi di trasparenza, è un
modo per ridurre i rischi in anticipo. Una “gestione del rischio”,
insomma, condivisa, dal punto di vista dei “costi”, tra chi, on line,
vende i propri prodotti, e le altre imprese interessate.
Come effettuare la selezione dei prodotti
Se è vero che Internet è “un campo da gioco per tutti”, dove
le barriere d’entrata sono ridotte all’essenziale, un primo effetto,
dal punto di vista dell’e-commerce, c’è già: si chiama
“reverse market”, ovvero, un’informazione non più concentrata
nelle mani di pochi operatori economici, ma condivisa pienamente,
attraverso l’interattività. Internet è, infatti, il luogo ideale
nel quale i consumatori possono ricercare alternative, fare
confronti di prezzo, e accumulare un’enorme quantità di informazioni
prima della scelta.
Le comparazioni possono essere fatte, innanzi tutto, in prima
persona. In un mercato in cui la diffusione delle informazioni
permette ai consumatori di ampliare le scelte e di localizzare
facilmente i beni, l’utente può rivolgersi direttamente al produttore
del bene che intende acquistare. Senza intermediazioni, cioé. Approfittando della riduzione dei costi consentiti alle
aziende dalla possibilità di operare verso i destinatari senza
l’intervento di terzi: rappresentanti, pubblicitari, luoghi di smercio,
appunto.
Diversamente, l’acquirente può rivolgersi a distributori più
o meno noti, in base alle offerte proposte. La selezione dell’offerta
on line più conveniente può essere svolta da vere e proprie
comunità economiche: consorzi tra imprese, per esempio.
Dalle prospettive di sviluppo ancora tutte da disegnare. Perché
queste comunità economiche virtuali non solo potranno fornire
tutte le informazioni utili su determinati prodotti, ma potranno
anche arrivare a incidere nel processo produttivo, chiedendo,
per esempio, modifiche o miglioramenti del bene in questione.
In un’ipotetica catena telematica, dunque, su Internet gli operatori
realizzano i siti; gli utenti interagiscono tra loro e generano
automaticamente informazione. Il risultato è un ambiente di
informazione condivisa che può soddisfare e rassicurare chi
acquista sulla affidabilità e convenienza del prodotto.
Ma esiste anche un’altra possibilità nell’effettuare la selezione
dei prodotti: quella di affidarsi a siti che svolgono un ruolo di
intermediazione. Agenti, che si avvalgono dell’accresciuta trasparenza
dei mercati per far incontrare la domanda con l’offerta,
riducendo i costi delle transazioni e facendo scegliere i prezzi più
competitivi e i prodotti migliori. Motori di ricerca come Yahoo ed
Excite hanno introdotto un “tool” per lo shopping virtuale che
consente la ricerca per prodotto o prezzo dell’offerta. Analogamente
servizi come Mysimon (http://www.mysimon.com) ed
“Estimate Service Net” (http://www.stm8.com), attraverso sistemi
interattivi, gestiscono le informazioni on line raccordando le richieste
degli acquirenti con le offerte delle aziende. E originando
un sistema di comparazione delle offerte in grado di soddisfare
la specifica richiesta del cliente: prezzo più basso, rispondenza
alle specifiche caratteristiche del prodotto richieste,
consegna più rapida e così via.
Una funzione capace di “combinare” l’informazione in modi nuovi aggiungendo valore al dato elementare. E una strada
che, arginando il sovraffollamento della Rete, fa risparmiare
tempo, e rassicura sulla validità della propria scelta.
Suddivisi per categorie merceologiche, questi servizi
consentono, infatti, di ottenere i prodotti più vicini a
quelli desiderati con la semplice immissione di una richiesta
di fornitura. Sarà così possibile valutare le offerte
in base ai parametri più rispondenti alle esigenze
degli utenti: ubicazione territoriale, dimensione aziendale,
prezzo, tempi di consegna, modalità di pagamento.
Questi servizi operano, inoltre, solitamente senza
commissioni di intermediazione.
Su abbonamento, invece, è possibile avvalersi di ulteriori
servizi che consentono alle aziende interessate di entrare direttamente
in contatto con altre aziende: l’azienda abbonata
riceverà dall’intermediario un codice per l’accesso al settore di
interesse. Da qui potrà fare richiesta di preventivo alle altre
aziende. E poiché lo scopo è solo quello di facilitare l’individuazione
delle imprese interessate a intraprendere attività
commerciali, la risposta verrà inviata direttamente nella mailbox
del richiedente.
L’opportunità e-procurement nello
sviluppo del business to business
L’opportunità offerta dalla convergenza delle tecnologie digitali
di operare profonde razionalizzazioni nei processi di acquisto
di forniture sta diventando un’arma indispensabile nella
lotta competitiva tra imprese, visti i consistenti effetti positivi
nella corsa alla riduzione dei costi che le aziende che hanno
adottato l’e-procurement hanno ottenuto.
E’ stato ormai accertato da numerosi casi che l’automazione
delle procedure d’acquisto tramite tecnologie proprie dell’e-
procurement (approvvigionamento tramite Internet), consente
nelle grandi aziende di realizzare una diminuzione dei
costi in media dell’8-12% sul totale degli acquisti.
Pur essendo minore l’impatto per le piccole e medie imprese,
attestandosi esso mediamente su circa il 5% del valore
totale dell’acquisto, l’adozione di procedure e tecnologie
proprie dell’automazione degli acquisti può rappresentare
un’importante leva competitiva nella corsa alla riduzione
dei costi.
Sin dagli anni ’70 sono stati avviati progetti per informatizzare
le procedure di acquisto di beni e servizi tra aziende e
fornitori abituali. La diffusione dell’EDI (Electronic Data Interchange)
fu la risposta al problema. Un gruppo di aziende si
dotava di una rete proprietaria sulla quale transitavano gli ordini
e la fatturazione dalle une alle altre. Tale soluzione tuttavia
si è presto rilevata costosa e relativamente pesante poiché
necessita non solo dell’acquisto o del noleggio di linee
telefoniche particolari per fare circolare i dati, ma anche di sistemi
informatici pesanti per trattare questi dati all’interno
delle aziende partner. Solo una grande massa di dati giustifica
gli investimenti necessari; il mondo delle piccole e medie
imprese da un lato e i rapporti non continuativi non rendono
economico l’investimento.
L’arrivo di Internet negli ultimi anni ha scosso tutto questo
offrendo alle imprese la possibilità di utilizzare una rete pubblica,
aperta e standardizzata per spostare dati a uso privato delle aziende. Di conseguenza un numero crescente di aziende,
piccole, medie e grandi, utilizza la Rete anche per facilitare,
fluidificare, accelerare e in fin dei conti automatizzare le procedure
esistenti.
Questa apparente semplicità necessita tuttavia di uno
sforzo a monte da parte delle imprese in modo che le informazioni
che circolano tra i vari partner siano ugualmente sfruttabili
da tutti. Si tratta in sostanza di consentire alle imprese di
acquistare e vendere dei beni e servizi presso i loro partner
economici sfruttando la rete. Per raggiungere questo obiettivo
ogni impresa che desidera di usufruire di tale opportunità deve
dotarsi (da sola o tramite terze parti) di un sistema composto
da almeno due elementi di base:
Un catalogo elettronico;
Una procedura di pagamento;
A questi elementi possono aggiungersene altri:
Il controllo del ciclo produttivo;
la gestione in tempo reale dei magazzini;
la gestione dei contratti con i fornitori;
la gestione della logistica;
le interfaccie con gli spedizionieri, etc..
Tuttavia, dal momento in cui aumenta il numero delle imprese
che intendono ricorrere all’e-procurement diventa presto
necessario che ognuna fornisca all’insieme dei propri partner
un’informazione standardizzata in funzione di uno schema comune
in grado di rendere l’informazione leggibile da tutti. E’
proprio per questo motivo che la scelta iniziale di un’organizzazione
comune deve essere operata da tutto il gruppo di
aziende che così entrano in collaborazione sul canale digitale.
Dal punto di vista operativo l’e-procurement può svilupparsi
secondo tre principali modalità:
gruppo d’acquisto: aziende che necessitano di un medesimo
prodotto si associano così da disporre di una
maggiore forza contrattuale potendo acquistare quantità
maggiori
aste: con il meccanismo delle aste ad esempio le aziende
possono mettere sul mercato i loro surplus di produzione
scambio: lo scambio è poco utilizzato in Europa. Lo
scambio consente di creare mercati in cui business
partner sono disponibili a scambiarsi beni e servizi.
Lo sviluppo dell’e-procurement è strettamente collegato
con lo sviluppo degli e-marketplaces ovvero i mercati di scambio
di beni e servizi fra aziende di beni e servizi attraverso siti
internet specializzati nelle transazioni business to business.
Le suddette considerazioni sono confermate da uno dei più
recenti report elaborati da Forrester Research (marzo 2000) sull’e-
procurement. Le interviste e le analisi condotte da Forrester
su 2.500 aziende americane, evidenziano infatti come oggi solo
il 18% di esse disponga di infrastrutture di acquisto automatizzate
(on-line o EDI), già nel corso del 2002 tale percentuale è
però destinata a raggiungere il 58% del totale a scapito delle
procedure EDI e manuali che dall’82% passano al 40%.
Le principali motivazioni che spingono più di tre quarti del
campione delle aziende selezionate da Forrester ad adottare una gestione degli
acquisti basata su soluzioni Web risiede nella possibilità
di semplificare e rivedere i propri processi ,
mentre poco meno della metà vede nell’e-procurement
un’ottima opportunità per ridurre sensibilmente i propri costi.
L’evoluzione attesa nel corso di questi due anni nell’Internet
Technology procurement può pertanto riassumersi nella
seguente tabella:
Elementi IT Procurement IT Procurement
Anno 2000 Anno 2002
Gestione ordini Manuale Automatizzata
Approvazione ordini Cartaceo Gestione per Eccezioni
Catalogo Generico Customized
Asset Management Incompleto Completa
Comunicazione Diretta tra persone Diretta tra computer
Fonte Forrester Research 2000
Un’analisi dei meccanismi dell’e-procurement insegna che
questo sistema raggiunge la sua piena e massima efficienza a
condizione di essere adottato da un numero tendenzialmente elevato
di aziende, il valore di una rete di e-commerce business to
business è infatti uguale al quadrato (e non alla somma) del numero
dei partners che si associano.
Questo effetto di massa critica richiede dunque un’abbassamento
delle barriere all’entrata (soprattutto per le aziende di medio-
piccole dimensioni) in modo da attrarre nuove aziende in gran
numero, in definitiva il superamento da parte di tutti gli operatori
economici di una visione strategica ripiegata sulla propria attività
verso scenari di collaborazione fattiva in ottica di partnership.
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